Apr 05

San Giuseppe, modello da seguire

Un anno speciale indetto dal Papa per ricordare la figura di questo Santo

Fino al 1977 è stata anche una festività civile; oggi, invece, il 19 marzo, giornata nella quale la Chiesa Cattolica celebra la festività di San Giuseppe, è soprattutto ricordato per la festa del papà. In tutta la cristianità occidentale, questa festa religiosa conserva il massimo grado di solennità liturgica ed è anche per questo che Papa Francesco, con la Lettera Apostolica “Patris Corde”, ha indetto un Anno Speciale, dedicato alla figura di questo Santo, che dopo aver accolto la missione di accettare e custodire il Figlio di Dio, ora custodisce la Chiesa Cattolica, a 150 anni esatti da quando ne è stato ufficialmente dichiarato Patrono.
“Patris corde” in latino significa “con cuore di padre”, ed è proprio con cuore di padre che San Giuseppe ha amato Gesù. Giuseppe è stato prima di tutto un uomo coraggioso: ha infatti accettato di assumersi la paternità legale di un Figlio del quale gli era stato imposto dall’Angelo anche il nome.


San Giuseppe è una figura discreta del Vangelo: per quel Figlio e quella moglie è stato guida e sostegno nei momenti più difficili, pur mantenendosi in disparte; la sua è stata una presenza quotidiana nella Sacra Famiglia di Nazareth, ma quasi nascosta. Eppure il Papa ricorda che “dopo Maria, la Madre di Dio, nessun Santo occupa tanto spazio nel Magistero pontificio quanto Giuseppe, suo Sposo”.
Il ruolo fondamentale di San Giuseppe è quello allora di ricordarci che “tutti coloro che stanno apparentemente nascosti, hanno un protagonismo senza pari nella storia della Salvezza”. Una riflessione, quella di Papa Francesco, che si carica di un significato ancor più alto se pensiamo che a fare da sfondo all’anno dedicato a San Giuseppe c’è la pandemia, una grande prova che ci fa comprendere giorno dopo giorno la forza proprio delle persone comuni, all’opera per un bene collettivo e una salvezza comunitaria.
San Giuseppe è padre nell’obbedienza a Dio: ne accoglie la volontà, anche quando questa sembra apparentemente senza una logica spiegazione, e si fida quando in sogno gli viene detto di fuggire in Egitto.
Per Gesù è maestro, proprio perché gli insegna a fare la volontà del Padre.
Nei confronti di Maria è uomo accogliente e rispettoso: in un momento in cui la società ci propone ogni giorno atti di violenza, anche familiare, verso le donne, San Giuseppe è uomo delicato, che mette da parte l’orgoglio nel nome della dignità della donna che sarà la sua Sposa.

San Giuseppe è poi associato al lavoro. Il Papa rimarca che “da Lui Gesù ha imparato il valore, la dignità, la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro”. Come San Giuseppe provvede al sostentamento di Gesù e Maria, offrendo conforto nei momenti di disagio, così ciascuno deve porsi in ascolto responsabile di fronte alle difficoltà della vita, per essere d’aiuto alla propria famiglia. La figura di questo Santo, proprio in anni in cui il lavoro è precario e fonte di preoccupazione, ci indica come a tutti i livelli vada riscoperta la dignità del lavoro, comprendendo che è proprio attraverso di esso che viene data dignità al singolo individuo.
San Giuseppe non è nato padre, ma lo è diventato, prendendosi responsabilmente cura di quel Figlio non biologicamente suo. In questo Giuseppe si rivela un Santo molto attuale: viene addirittura definito “padre dal coraggio creativo”.
In una società senza padri, dove i figli sembrano orfani, anche alla Chiesa servono Padri come San Giuseppe. La felicità di San Giuseppe non si si esaurisce dunque nella logica del sacrificio di sé, ma nel dono di sé. Di lui nei Vangeli si racconta poco, si notano soprattutto i silenzi. Ma il suo silenzio non nasconde lamentele, ma gesti concreti di fiducia.
Oggi il mondo è pieno di padroni, più che di padri, che confondono l’autorevolezza con l’autoritarismo e la carità con l’assistenzialismo. Invece non bisogna mai dimenticare che ogni vera vocazione nasce prima di tutto dal dono di sé.
Quest’anno speciale punta allora ad accrescere l’amore dei cristiani verso la figura di questo Santo così particolare, rendendoci tutti consapevoli che Santo non è solo colui che fa i miracoli, ma prima di tutto colui che intercede per noi presso Dio.